ieri purtroppo il pc non voleva collaborare
e quindi eccomi con un giorno di ritardo a condividere con voi la fine del racconto che Micaela ha scritto ispirata dalla mia Sartoria
se vi siete perse le precedenti parti vi lascio qui i link
la prima parte
la seconda
e la terza
Torna in atelier con la stoffa in un sacchetto di carta beige, ma quando infila
le chiavi nella serratura, trova una sorpresa ad attenderla. La porta é gia aperta... il che puo significare solo una cosa. Le gambe le tremano. Con le mani sudate ed il cuore che le rimbalza nel petto apre il pesante battente in ferro e vetro ed entra. Eccola lì, in penombra, seduta alla sua scrivania invasa da scampoli di stoffa colorata. Nel suo completo grigio, troppo grande sulla sua figura esile, sembra l'ombra di se stessa. L'altéra ed affascinare madame Blanchard ha lasciato il posto ad un'anziana signora dall'aria dimessa. Marie lascia cadere il sacchetto a terra. Adeline alza la testa. Sulla scena solo loro, il ticchettio della pendola ed il rumore dei loro pensieri. Gli occhi di madame Blanchard sono velati. Marie si gira in direzione della porta pronta a fuggire ad un fiume di collera e veleno. Appena appoggia la mano sulla maniglia, viene travolta da un grido, un suono inatteso, tonante e trionfale. Una risata. Madame Blanchard é esplosa in una risata irrefrenabile che scuote il suo corpo ossuto sotto i vestiti pesanti. Marie resta immobile incapace di pensare. Teme che dopo la risata arrivi la rabbia, il risentimento, la cattiveria. Quando l'attacco ilare , che ha riportato un po' di colore sulle guance esangui della sua titolare, si interrompe, Marie chiude gli occhi. Ha troppa paura. Si sente in colpa.
"Di cosa hai paura Marie? Di una vecchia malata che non riesce neppur ad alzarsi da questa sedia? Pensi che sia arrabbiata, delusa, offesa? Si lo sono..."
Gli occhi di Marie si riempiono di lacrime, "Ma solo anche sorpresa, entusiasta ed ammirata. Hai fatto più te per l'atelier in qualche mese che io in tutta la vita... Hai un quaderno pieno di ordini. Dei feedback entusiasti. Tutte vogliono una delle tue creazioni colorate e piene di vita. Gli ordini per le gonne grigie sono quasi nulli... Forse ho sbagliato Marie ad imporre il mio stile di vita agli altri ... Tu con i tuoi fiori, la tua freschezza ed i tuoi colori hai portato a queste donne quello di cui avevano più bisogno, la speranza... mentre io le coprivo con il grigiore della mia quotidianità . Brava Marie. Complimenti. Hai talento. Ora tocca a te decidere come farlo fruttare. Ora basta! Non restare lì immobile ed imbambolata. Prendi quel sacchetto che ti é caduto a terra e fuori dai piedi ragazzina". Marie scatta come una molla schiaffeggiata ed accarezzata da quelle parole. Afferra il sacchetto e corre via tanto velocemente da non sentire Adeline che le urla dietro "bonne chance" mentre un sorriso sincero le si apre sul volto.
Marie corre fino alla sua chambre de bonne. Sale le scale due alla volta e si chiude la porta alle spalle per rintanarsi nel suo piccolo mondo. Le parole di madame Blanchard le risuonano ancora nella testa "Hai fatto più te per l'atelier in qualche mese che io in tutta la vita... Hai un quaderno pieno di ordini... Complimenti.... Hai talento. Ora tocca a te decidere come farlo fruttare..."
Un atelier tutto suo? In realtà ci pensa da un po'. Nonna Céline le ha lasciato una piccola somma da investire e Marguerite ha trovato un piccolo locale in affitto al rez-de-chaussée del suo palazzo in rue des Tournelles ... se solo avesse il coraggio ...
Guarda l'orologio appeso sopra la cucina... sono gia le 16.30 deve consegnare la gonna entro sera. Pierre le ha lasciato un indirizzo probabilmente lo stesso della sua ragazza.
Che giornata! Dopo aver perso il lavoro avrebbe conosciuto anche la ragazza dell'uomo di cui era innamorata... Marie prova a spingere indietro le lacrime che le bruciano negli occhi ed inizia a cucire. Lavora senza sosta, le dita le fanno male, ma non le importa, lavorare l'aiuta a non pensare.
Puntuale, con i capelli arruffati ed il cuore in subbuglio, Marie e' all'ultimo piano del palazzo di rue Saint-Louis en l'Ile. Si dirige verso la porta con il batticuore di chi sa di dover rinunciare ad un sogno per consegnarlo in mani sconosciute. Si avvicina, sul battente una lettera appesa alla porta in legno con una puntina. Sopra c'è un nome, il suo. Marie la apre con mani tremanti. La grafia, che non conosce, e' elegante e decisa "indossa la gonna che hai nel sacchetto e la camicetta che troverai lungo la scala che porta sul tetto. Porta con te il tuo sorriso più bello ed aspettami lì".
Nessuna firma. Possibile che si tratti di uno scherzo? La curiosità la spinge ad agire d'impulso. In fondo in quella giornata così strana cos'ha da perdere?
Prende con cura la gonna che tanto ha desiderato. Bianca, con un delicato intreccio di rami di magnolia in fiore. La indossa. E' perfetta. Candida e leggera come un soffio di primavera. Sale le prime scale ed appesa al corrimano la trova, una camicetta rosa confetto, con uno scollo ampio che lascia le spalle scoperte. La stoffa leggera le scivola sulla pelle, liscia come seta. Accanto all'ultimo scalino Marie trova una scala che porta alla botola d'accesso al tetto. Con le gambe che le tremano sale, apre lo sportello ed esce. Gli occhi le si riempiono di meraviglia. Parigi e' ai suoi piedi mentre le sue dita sfiorano l'orizzonte. Le guglie di Nôtre Dame si scagliano fière contro il cielo iniettato di rosa all'ora del tramonto. La Tour Eiffel in lontananza regna solenne e silenziosa sulla città . Alle sue spalle la cupola immacolata della Basilica del Sacré Cœur. Sul pavimento un'ampia tovaglia a quadretti bianchi e rossi ed un cesto da pique-nique da cui fanno capolino una baguette ed una bottiglia di champagne. E poi fiori, tanti, tantissimi. Peonie, ortensie, rose e tulipani nelle delicate tonalità del bianco, rosa e fucsia. La musica di un vecchio grammofono suona una vecchia canzone romantica. I colombi tubano in una voliera, chambre d'hôte che mi accoglie durante il loro peregrinare. Marie ha il cuore gonfio di un sentimento che non sa ancora definire. Sui comignoli vasi a forma di calice raccolgono confetti rosa, bianchi ed avorio. E' solo allora che le capisce , e' solo allora che con un lampo di certezza sa che cosa avrebbe dovuto fare. "La sartoria dei confetti" e' sempre stata lì, dentro di lei, pronta a realizzare i sogni degli altri ed il suo.
Sul suo volto si allarga un sorriso meraviglioso, di quelli che partono dal cuore e segnano una rinascita. Le gambe smettono di tremare. Ed e' solo allora con gli occhi ancora puntati sulla Tour Eiffel che lo sente. Uno sguardo intenso, protettivo e caldo posato su di lei. Un desiderio pronto a diventare realtà . Chiude gli occhi e si volta. Resta immobile. La brezza estiva le accarezza le gambe nude facendo danzare le magnolie rosa dipinte sulla gonna, simbolo d'amore. Indimenticabile. Sarebbe rimasta per sempre la sua preferita, lo aveva capito dal primo istante. Impossibile sbagliarsi. Sente i suoi passi avvicinarsi, il suo profumo di ambra, patchouli e cassis l'avvolge in un abbraccio delicato mentre Pierre si china per baciarla. Restano così, intrecciati come rami di magnolia sullo sfondo di una Parigi in rosa, mentre i loro occhi si scambiano una promessa silenziosa che li legherà per sempre".
spero vi sia piaciuto quanto è piaciuto a me
vorrei ringraziare Micaela semplicemente per essere lei, una donna con un carisma incredibile che mi è piaciuta moltissimo e ringrazio di averla incontrata, anche se per ora solo virtualmente
e Claudia che intravedete in alcuni scatti di questi post nonchè fotografa di molti di essi che sto conoscendo e si sta rivelando anche lei una splendida scoperta
sicuramente quest'avventura è uno degli splendidi regali che il web mi ha fatto
buona giornata
Fede